Teatro Petruzzelli

14 febbrai 1903, viene inaugurato il Teatro Petruzzelli di Bari, fece il tutto esaurito per la serata inaugurale.

La storia del teatro inizia nel 1894, Bari all’epoca ava circa 800.000 abitanti ed era una città in forte espansione, il comune decise di costruire un politeama di grandi dimensioni per dare un ulteriore spinta urbanistica alla città, e la gara d’appalto fu aggiudicata ai fratelli Antonio e Onofrio Petruzzelli che affidarono il progetto al cognato Angelo Messeni, che era un ingegnere del comune di Bari; per la costruzione del teatro vennero spesi circa 1.600.000 lire, quasi quanto il fatturato della FIAT. 

Dopo solo 3 anni dalla posa della prima pietra il teatro venne inaugurato la sera di San valentino, un vero e proprio regalo d’amore per i baresi, il pubblico di 3200 persone era composto da aristocratici, borghesi e lavoratori, era stato concepito un teatro accessibile a tutti, fu così che diventò il simbolo della città.
I più grandi artisti si sono alternati sulle tavole di questo palcoscenico.
27 ottobre 1991, all’alba si scatenò l’inferno con altissime fiamme si alzarono dopo il crollo della spettacolare cupola dipinta da Raffaele Armenise, un gioiello di inestimabile valore perso per sempre.
Dove una volta c’era uno dei più grandi templi della musica italiana, diventò un cratere fumante, un silenzio irreale avvolgeva Bari, come se la città fosse sospesa, quella mattina del 27 ottobre furono in molti a piangere, qualcuno disse che le fiamme che distrussero il Petruzzelli oltre che dai coraggiosi pompiere anche dalle lacrime dei baresi.
Il rogo non aveva distrutto solo un tesoro d’arte ma anche il simbolo e l’orgoglio della città.
All’indomani del rogo sui muri di Bari vennero affissi dei manifesti con scritto “Il teatro Petruzzelli continua restiamo Uniti”, purtroppo era rimasto solo un mucchio di macerie, e da qui che che si è cercato di ricostruire il teatro; dove è stato necessario catalogare e interpretare i resti superstiti e carbonizzati.
Artefici di questo miracolo, sono stati 120 operi di età compresa tra i 30 e i 35 anni oltre a 30 modellatori e restauratori, coordinati da 3 architetti che hanno lavorato per riprodurre i pezzi originali nel modo più fedele possibile, una vera officina rinascimentale con uno sguardo al futuro.
Molti decori infatti erano di cartapesta, oggi i puttini e le cariatidi sono di un gesso molto particolare, leggero e ignifugo; insomma il tutto è rinato esattamente com’era una volta ma con strutture all’avanguardia,
Il cuore del teatro non ha smesso di battere un momento e il 4 Ottobre 2009 ha riaperto finalmente il suo sipario, e quel giorno la citta di Bari si è risvegliata da un letargo durata bel 18 anni.
Un araba fenice che è risorta dalle proprie ceneri che finalmente può continuare a guardare verso il futuro.