I tratti somatici del santo sono i medesimi che presenta la vera effigies, con epidermide scura un ossequio alla provenienza medio-orientale del vescovo, con stempiatura e con barba lunga e scura; le mani sono intagliate in maniera tale che la sinistra possa impugnare il pastorale e la destra, con anulare e mignolo piegati, sia in atteggiamento benedicente.
Il san Nicola di Giovanni Corsi, da oramai due secoli, la mattina dell’8 maggio di ogni anno viene condotto in processione per le vie della città vecchia sino al molo San Nicola: portato a bordo di una barca, continua idealmente il corteo in mare sino alla sera, quando viene riportato nuovamente sulla terraferma, a ricordo dell’arrivo delle sacre reliquie nel 1087.
Le solennità iniziano già dal pomeriggio del 7 maggio, quando per le vie della città di Barie sino al piazzale antistante la basilica di San Nicola sfila il solenne corteo storico chiamato la “Caravella”, a ricordo delle imbarcazioni adoperate dai sessantadue marinai che da Myra trafugarono le reliquie . Alla “Caravella”, preceduta da alcuni “quadri scenici” in cui sono riprodotti scene e miracoli del santo, partecipa un numero altissimo di figuranti in abiti storici. Giunti nei pressi della basilica, la statua di san Nicola è consegnata dai marinai al priore e al sindaco della città, un momento commovente che rammenta quello durante il quale la cassetta lignea contenente il sacro bottino (ancora conservata nel vicino Museo nicolaiano) venne consegnata all‟abate Elia. In un incontro fraterno che unisce Occidente e Oriente (si ricordi che san Nicola è il santo più invocato nei paesi balcanici sino alla Russia), i tre giorni della festività richiamano migliaia di pellegrini e fedeli da ogni parte del mondo.
Non potrete andare via da BARI senza aver assaggiato un panzerotto esclusivamente fritto, la classica FOCACCIA BARESE. O riso patate e cozze, o ancora, patate cozze e riso (il nome esatto? Pare l’ultimo), ovvero, la “tiella”: uno strato di patate, uno di cozze, uno di riso e a chiudere, un altro di patate. Ma arriviamo all’annosa questione, l’interrogativo del secolo, il dubbio amletico che toglie il sonno ai baresi di tutte le età: ma la zucchina va messa o no?! La mia risposta da purista è NO, assolutamente no. Ma la città è divisa, sappiatelo “Qui si misura la maestria del cuoco. Per questa ricetta, antico vanto barese, più grande è la teglia e più saporita ti riesce. Se la famiglia non è numerosa, che ne resti per la sera o il giorno successivo (il sapore aumenterà)”.