Taranta e Pizzica

Da anni nel Salento c’è un appuntamento fondamentale, “La Notte della Taranta” o meglio sarebbe meglio parlare di “Notte della Pizzica”, perché la pizzica è la danza tradizionale del Salento, che fa parte della grande famiglia delle tarantelle, del centro-sud Italia, che ruota intorno al rito della taranta.
Questa Taranta era il ragno che pungeva le donne e gli uomini che lavoravano la terra, che determinava il fenomeno del tarantismo, ovviamente era una metafora che ci spiega una forma di protezione sociale per uomini e donne che hanno avuto un problema esistenziale come un lutto o una assenza di una moglie o un marito che non è tornato dalla guerra, una forma di depressione o come il mal di vivere.

La famiglia del malato quando si rendeva conto che era un caso di tarantismo, si chiamava dei musicisti pagando per il rito domiciliale dove suonavano per giorni, dove prima si cercava la giusta melodia per scacciare la taranta, erano riti molto semplici con poche note ripetute in modo quasi ossessivo come primo strumento era il tamburello, dove si induceva il tarantolato in stadi di trans.
In seguito il 29 di Giugno le donne venivano accompagnate alla cappella di san Paolo a Galatina, che in questa occasione veniva sconsacrata, per continuare a danzare senza i musicisti e chiedere la grazia al santo.
Anche se pagano la chiesta ha accolto questo Antico rito, anche perché era impossibile spazzarlo via, ma questo rito ci mostra che anticamente quando una persona aveva un disagio veniva riaccolta dalla comunità ,quando si sentiva emarginata e debole di colpo si metteva al centro dell’attenzione in modo anche violento, dalla famiglia e dalla comunità per ribadire la sua esistenza e il suo ruolo e veniva abbracciata metaforicamente e riaccolta da tutti.